lunedì 15 settembre 2008

Ucciso a sprangate.

Quanti ancora ne devono morire?
Frequento quel bar da cinque anni e in nessun altro bar nella mia vita avevo visto esporre un calendario di quel deficiente di benito mussolini, né tantomeno sentito cantare la classica canzoncina dell’impero (Ma quale impero!!).
Questo governo continua a permettere alla destra estrema di fare tutto quello che vuole, non mi sorprenderei se la sinistra facesse dei gesti altrettanto estremi e altrettanto stupidi.
La nostra costituzione e le nostre leggi sono chiare in merito.
L’Italia è una repubblica antifascista fondata sul lavoro che ripudia la guerra.
E il fascismo, morto e sepolto, e le sue incomprensibili stronzate non possono essere usate come motivi o scusanti per i propri fini, tantomeno per dar sfogo alle proprie frustrazioni, in strada come allo stadio.

Non voglio esprimere giudizi sui due che hanno ammazzato un ragazzo di 19 anni con delle spranghe di ferro, non potrei, non conoscevo bene il figlio tantomeno il padre.
Ma ad un uomo grande e grosso, decisamente forte e conscio della propria forza fisica come lo è il padre, sarebbe bastato dare due scianfoni ad un ragazzo di 19 anni per fargli seriamente del male.

Ma il pensiero della madre e moglie dei due mi angoscia.
Piccola e magrissima, ma con un carattere d’acciaio, sarda, fino in fondo.
Delicata e fragile sotto la scorza, ma capace di lottare sino allo sfinimento per suo figlio.
Le donne costruiscono e gli uomini distruggono nella letteratura sudamericana, come in “Cento anni di solitudine” o “Gabriela, zucchero e cannella”.
E’ per lei che oggi sono stupido, incapace di pensare se non al sorriso con cui ogni volta che arrivavo in quel bar lei mi accoglieva.
Con un po’ di riconoscenza e di stima e un po’ di sfida.
E so che, anche questa volta, sarà lei a ricostruire tutto.
E che quando la incontrerò di nuovo mi sorriderà, perché la vita di tante donne è così.
FGT

Nessun commento: